Scuola Media di Varzo, Classe 2^ A

LA VIA DEL SEMPIONE: il commercio e gli statuti della Valle Divedro

La scoperta degli Statuti

La pubblicazione degli Statuti della Valle Divedro, curata dal sacerdote Giorgio Alvazzi nel 1943, è stata utilissima. Prima di allora esistevano soltanto alcuni estratti parziali in lingua italiana, ma solo due copie complete: una di Don Alvazzi e l’altra del Comune di Varzo, costituita da un antico e prezioso codice.
Le due copie erano perfettamente identiche nel testo, anche per i numerosissimi errori di lingua, grammatica e punteggiatura. La copia del Comune di Varzo fu scoperta per caso dal sacerdote, nel 1900, in seguito a una grave divergenza tra il Comune di Varzo e quello di Gondo, che si trova in territorio svizzero, riguardante un antico diritto dei Varzesi di raccogliere le foglie di faggio nei boschi della Val Vaira. Gondo volle interdire in modo assoluto questa attività. Il sindaco di allora, il cavalier Giorgio Agnesetta, incaricò Don Alvazzi di ricercare e tradurre alcune pergamene dell’archivio comunale, comprovanti il diritto dei Varzesi. Fu così che, frugando in un deposito di vecchie carte d’archivio, Don Giorgio scoprì il prezioso codice degli Statuti. La rilegatura era fatta con assicelle spezzate per l’uso e poi ricucite con filo di ferro; il latino era grossolano.
Questa copia degli Statuti, intorno agli anni cinquanta, scomparve dall’archivio comunale: non si sa se sia stata confusa ad altre carte nei fasci di cartame comunale durante traslochi di uffici e riparazioni di locali, oppure se qualcuno, avendola avuta per mano, l’abbia depositata in qualche biblioteca senza darne avviso all’autorità comunale o se sia stata venalmente venduta a qualche antiquario. 

L’approvazione degli Statuti

L’adunanza, che portò all’approvazione degli Statuti, avvenne nel locale della Sosta di Varzo, con l’intervento di più di due terzi del numero totale dei Consiglieri, il 14 gennaio 1321; furono poi riapprovati il 20 ottobre 1321.

La struttura degli Statuti 

Si tratta di una raccolta di 126 articoli. Ogni articolo ha il suo titolo ed è numerato in margine con cifre romane. È da notare che tra i nomi citati dei consoli e consiglieri, intervenuti nella prima assemblea in cui furono redatti gli statuti, non figurano che due o tre cognomi tuttora esistenti in Varzo e che i vari consiglieri sono indicati con il solo nome e quello della frazione di provenienza.
La lettura dei vari articoli è interessantissima e getta un fascio di luce sulla vita di Varzo, negli ultimi sei secoli trascorsi. 
Analizzando gli articoli, si nota innanzitutto che quelli riguardanti il commercio e il transito delle merci sono ben 42; 31 quelli che riguardano la gestione dei boschi e dei prati; 15 sono gli articoli riguardanti il bestiame.
22 articoli stabiliscono vincoli riguardanti i vari boschi della valle, per quanto concerne il taglio del legname verde o il pascolo del bestiame, limitandolo a certi periodi dell'anno. Per coloro che venivano da fuori dalla Valle a raccogliere resina, c'era l'ostracismo, infatti nell'articolo 43 si ordina che non vi sia alcuna persona della Valle che ardisca o presuma dare a questi forestieri che raccolgano resina, alcun abitacolo, nè da mangiare, nè da bere, nè di giorno, nè di notte, sotto pena di multa. Infine vi sono alcuni articoli interessanti e curiosi che rispecchiano la vita quotidiana della Valle. L'articolo 28 ordina che nessuno possa deviare o fermare l'acqua del Riale di Varzo (il Rì). Ultimo articolo curioso è il 70 che ordina che qualsivoglia persona che avrà consegnato al camparo (guardia campestre) di Divedro una talpa o più, guadagni da detto comune lire tre imperiali per qualsivoglia talpa e che il camparo sia tenuto a tagliare una tibia a qualunque talpa pigliata sul territorio del Comune.

Il commercio

perniceMolti articoli riguardano il commercio; essi rivelano l’organizzazione del trasporto della merci nel XIV sec. dall’Ossola e da Milano, attraverso il passo del Sempione per il Vallese e, in seguito, per il Bernese attraverso il passo di Grimsel.
E' di rilievo, per comprendere l’importanza che il passo avesse nuovamente acquisito, che la maggior parte degli articoli dello Statuto del 1321 riguardasse il transito delle merci nella direzione Varzo/Briga, anziché Varzo/Domodossola, quantunque nemmeno questo fosse trascurato.
Si legge che esisteva, all’interno della “Sosta”, una gerarchia addetta alle mansioni di trasporto, composta dal credenziere, dal partitore e dal cavallante; proprio quest’ultimo doveva attenersi a regole ferree impostegli dal partitore.
L'articolo 33 é dedicato interamente alle mansioni del partitore e delle pene nel caso non avesse eseguito correttamente il proprio lavoro. Compito dei partitori era di stabilire i turni per ogni cavallante che andava alternativamente una volta in fora, verso Domodossola e una volta in dentro, verso Briga. Inoltre decretavano le quantità e le modalità di trasporto delle balle, in conformità ai patti e consuetudini imposte da consoli e credenzieri.
Dall'articolo 51 rileviamo, inoltre, che il trasporto non si effettuava solo con cavalli e muli, ma anche a dorso, probabilmente per le minori distanze, e chi era preposto a tale compito non poteva essere aiutato nemmeno dai cavallanti.

Altri articoli

Altri articoli riguardano la pastorizia e l’inalpamento del bestiame. Altri regolavano l'utilizzo dei boschi e delle piante d’alto fusto. Si può notare come la cura per la conservazione dei boschi fosse molta. Alcuni riguardano il modo di amministrare il Comune e altri i doveri dei cittadini circa la manutenzione delle strade, l’utilizzazione dei ruscelli per l’acqua potabile, la conduzione dei mulini, la costruzione dei fabbricati, la santificazione delle feste, la distribuzione del vino e il comportamento da tenere coi forestieri. Ogni articolo prevede un’eventuale sanzione di una multa in lire o soldi imperiali, qualora non fosse rispettato.

Ultimo aggiornamento: 01/07/2018 ore 13:24:18

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