Fagiano di monte

La popolazione nidificante di Fagiano di monte all’interno del SIC è oggetto di censimenti regolari da parte dell’ente parco a partire dal 1994.
Tali studi hanno permesso di rilevare un calo nella popolazione che si ritiene possa essere legato ad una serie di fattori tra i quali le condizioni climatiche estive, che condizionano direttamente il successo riproduttivo, ed il disturbo antropico da parte di escursionisti in estate e sci-alpinisti in inverno.
La specie è legata all’habitat Lande alpine e come tale oggetto di disturbo antropico, soprattutto nella fase della riproduzione.
Popolazione stimata di 80 – 150 coppie al’interno del SIC, significativa a livello di arco alpino, pari allo 0,8% della popolazione italiana e allo 0,02% della popolazione comunitaria.

Biologia e comportamento
Il fagiano di monte è caratterizzato da uno spiccato dimorfismo sessuale. Mentre la femmina ha il colore delle foglie morte (visto da vicino è un delizioso fondersi di vermicolature e sfumature grigie, brune, nere e bianche) e pesa circa 900 grammi, il maschio raggiunge i 1400 grammi ed ha un piumaggio nero con riflessi bluastri, sul quale spiccano alcune zone di bianco purissimo e due coruncole rosso vermiglio sopra gli occhi. È una specie sociale, che tende a formare gruppi in ogni periodo dell’anno. In primavera, tra aprile e giugno, i maschi si radunano in aree particolari (le arene di canto, o lek, per usare un termine anglofono), dove ognuno tenta di difendere dai compagni un piccolo territorio. Tutti, in base alla loro forza e vitalità, aspirano ad un posto al centro dell’arena. Per arrivare a ciò, un individuo deve essere il detentore di una serie di caratteristiche importanti per la sopravvivenza della specie. Con lui sceglieranno di accoppiarsi la maggior parte delle femmine che lo raggiungeranno sulle arene. Un inno alla selezione naturale! Pochi giorni dopo l’accoppiamento inizia la deposizione delle 7 uova che costituiranno la covata, in una semplice depressione del terreno, e dopo 24 giorni di cova nasceranno i pulcini, subito in grado di seguire la madre alla ricerca del cibo. Per un paio di settimane la loro dieta sarà costituita essenzialmente da insetti, che verranno lentamente sostituiti da bacche ed altre parti vegetali: la dieta dell’adulto. Lo smembramento delle famiglie avviene in autunno, con la formazione dei gruppi invernali. Anche durante il lungo inverno i fagiani di monte non abbandonano il limite superiore del bosco. Per sopravvivere in questo ambiente questa specie ha evoluto una serie di adattamenti morfologici e comportamentali. Tra i primi citiamo le piume dotate di doppio vessillo, narici e tarsi piumati, dita munite di scaglie epidermiche laterali per aumentare la superficie di appoggio sulla neve, intestini ciechi deputati alla digestione di sostanze poco digeribili molto lunghi. Tra i secondi l’abitudine di scavare buche nella neve soffice dove trascorrere la maggior parte del giorno (sino a 20-22 ore) ottenendo due risultati: scomparire agli occhi dei predatori e creare un microclima più favorevole rispetto all’ambiente esterno. Immobilità e temperature “non troppo rigide” consentono loro di sopperire alla scarsa qualità del cibo. Purtroppo si tratta di un equilibrio facile da alterare.

Conservazione
La presenza di biotopi favorevoli a tale specie è oggi condizionata essenzialmente da due fattori: l’abbandono delle attività zootecniche tradizionali e la creazione di comprensori sciistici. La scomparsa del bestiame domestico dagli alpeggi riduce l’estensione del mosaico di arbusti e pascolo indispensabili per la sopravvivenza dei pulcini.
I comprensori sciistici comportano un disturbo agli uccelli durante la delicata fase dello svernamento. Sebbene non sia ancora ben chiaro come questo influisca sulle popolazioni, questa forma di sviluppo turistico ha comportato, in tutti i casi sino ad oggi studiati, drastiche riduzioni delle popolazioni.
L’equilibrio raggiunto dal Fagiano di monte per sopravvivere nel difficile ambiente alpino è facilmente alterabile e non vi è dubbio che la sua sopravvivenza dipenda molto da noi!

A cura di Radames Bionda

Dernière mise à jour: 18/04/2018 ore 16:18:46

© 2017 Ente di Gestione Aree Protette dell’Ossola | Privacy | Cookies  | Accessibilità | Credits

Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione ed il funzionamento del sito stesso.Per saperne di più: privacy policy.

  Io accetto i cookie di questo sito
EU Cookie Directive plugin by www.channeldigital.co.uk