Scuola Media di Varzo, Classe 2^ A
LA VIA DEL SEMPIONE: EPOCA MEDIOEVALE "Viscontea"
Rifioritura del transito
Probabilmente, durante il Medioevo, il passo del Sempione venne nuovamente ripercorso, innanzitutto come via di pellegrinaggio, lungo la via Francisca, e, di seguito, per un commercio e un traffico locale e regionale, sviluppandosi fino a diventare una strada di transito commerciale internazionale.
Poiché il Sempione era il collegamento più breve tra i crescenti centri commerciali e manifatturieri dell’Italia del Nord e le importanti piazze commerciali dello Champagne, i mercanti milanesi, ma anche quelli di Novara e di Pistoia, ebbero notevole interesse affinché questa via fosse ampliata e resa più sicura. Nel 1250 il vescovo di Sion concluse un patto commerciale con una grande corporazione di Milano per riutilizzare la strada del Sempione sulla quale già nel 1235 esisteva un ospizio gestito dall’Ordine di S. Giovanni.
Nuovo percorso della via del Sempione: la strada “Viscontea”
Non si sa esattamente quando l’antica “via alta” dell’epoca romana, sopra Alpjen, fu spostata nella gola di Gondo, ma si presume che ciò sia avvenuto verso la fine del XIII secolo, in seguito alla colonizzazione del versante sud del Sempione da parte dei walser, abituati alla montagna ed esperti costruttori di ponti.
La strada commerciale, detta Viscontea, oltre Milano, Novara e Vercelli, costeggiava il lago d’Orta e conduceva, passando da Gravellona e Vogogna, a Domodossola e di seguito a Crevoladossola. Fino a qui era già, probabilmente, una modesta via carrozzabile. La mulattiera vera e propria iniziava a Crevola e portava a Varzo e quindi a Ruden ( Gondo ).
Più in alto, in vicinanza del passo, il sentiero costeggiava dapprima la sponda sinistra del fiume Diveria e passava poi, sopra un ponte presso il “Fahrenwasser”, nella gola inferiore di Gondo, sulla sponda destra della valle, evitando così la cascata del Frassinone ( Alpjen – Bach ) e l’ostacolo della roccia dove, più tardi, sorse la galleria di Napoleone. Il sentiero proseguiva sulla sponda destra fino al vecchio “ Ponte Alto” che riportava nuovamente sulla riva sinistra, attraversando, poche centinaia di metri a monte, presso la “montagna bianca” e vicino alla vecchia caserma, ancora una volta il fiume Diveria. Quindi la mulattiera, attraversato il ruscello Laggin, saliva al di sopra di Sempione – villaggio, verso l’Engeloch dove, un tempo, sboccava l’antico sentiero romano, conducendo fino all’ospizio dell’ordine di San Giovanni. Dove oggi si trova la vetta del Sempione, la mulattiera scendeva, tormentata, il ripido pendio verso il fondovalle.
Commercio
Nel secolo XIII la via del Sempione era molto battuta dai mercanti, che a dorso di mulo trasportavano merci attraverso il valico.
Si trafficavano, come nell’epoca precedente, stoffe, armi, pellicce, spezie, metalli, pesce, olio, vino, sale, strumenti agricoli, carta, materie coloranti, bestiame. La lana attraversava il Sempione due volte: grezza proveniva dalle Fiandre e dall’Inghilterra; tessuta e lavorata nelle tessiture italiane, rivalicava il Sempione diretta alle fiere della regione Champagne.
La merce veniva imballata e trasportata dai muli. I mulattieri dovevano rispettare le convenzioni, stabilite per il trasporto della merce e dovevano pagare una tassa di pedaggio per avere diritto a transitare sulla strada. Il trasporto veniva eseguito di sosta in sosta, dove la merce veniva controllata, immagazzinata dagli spartitori, addetti al servizio.
Alle merci servivano di riparo le stazioni di trasbordo, dette soste: comprendevano magazzini per la merce, alloggi per i conducenti dei muli e scuderie per il cambio degli animali da trasporto. Vi erano soste sul passo del Sempione, a Sempione – villaggio, Gondo, Varzo, a Domodossola e più a sud, a Vogogna. Fra una sosta e l’altra, solitamente, c’era una distanza di circa 28 chilometri, ossia la distanza che si copriva con una giornata di cammino. Il sentiero del valico era percorribile, a piedi e con il bel tempo, con una marcia di 10 o 11 ore. Per i pellegrini e i viandanti, quali luoghi di ristoro, vi erano gli ospizi.
Declino
Più tardi, nel XV secolo, in seguito alle lotte tra gli abitanti del Vallese e dell’Ossola, il Sempione venne di nuovo quasi del tutto abbandonato dai mercanti e dai pellegrini. Uno dei momenti più drammatici fu la battaglia al Ponte di Crevola, che avvenne il 28 aprile 1487, in cui trovarono la morte circa 1000 svizzeri.
Letztes Update: 01/07/2018 ore 13:24:51