Aggiornamento della Scheda Bioitaly - Natura 2000 relativa al Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale “Alpi Veglia e Devero”

rilievi

Studi scientifici botanico – vegetazionali relativi agli habitat (nardeti, praterie montane da fieno, torbiere e lande alpine)

Studio scientifico entomologico relativo all’endemismo Erebia dei ghiacciai (Erebia christi)

Studio geomorfologico delle torbiere

Piani di gestione naturalistici relativi agli habitat (nardeti, praterie montane da fieno, torbiere e lande alpine)

Piano d’azione per la conservazione dell’endemismo Erebia dei ghiacciai (Erebia christi)

Piano per una rete ecologica di connessione tra il Parco Alpe Veglia – Alpe Devero e biotopi limitrofi (Riserve Naturali svizzere di Binn e Laggintal, Sito di Importanza Comunitaria “Rifugio Maria Luisa - Val Formazza”, Area di Importanza Naturalistica “Monte Giove”)


Cos'è una rete ecologica

zonazione

Una rete ecologica è uno strumento che risponde alla necessità di creare dei collegamenti tra le aree naturali, relitte e di nuova realizzazione, per ottenere un sistema spaziale unitario, progettato in modo tale che ogni intervento si inserisca in un disegno complessivo articolabile nello spazio e implementabile nel tempo.
La connessione ristabilita tra le aree naturali sviluppa un sistema di interscambio che si può paragonare alla rete viaria che collega città e paesi di una data regione.
La rete ecologica in pratica è un insieme di aree e fasce con vegetazione naturale, spontanea o di nuovo impianto, tra loro connesse in modo da garantire la continuità degli habitat e quindi il loro funzionamento, condizione questa fondamentale per favorire la presenza di specie animali e vegetali su di un certo territorio.
Una rete ecologica si articola nei seguenti elementi:
· i nuclei - o nodi - sono unità ecosistemiche areali con dimensioni e struttura ecologica tali da svolgere il ruolo di “serbatoi di naturalità” e, possibilmente, di produzione di risorse eco-compatibili;
· i corridoi ecologici sono unità ecosistemiche lineari di collegamento tra due nodi e svolgono funzioni di rifugio, via di transito ed elemento captatore di nuove specie colonizzatrici. Essi consentono alla fauna selvatica spostamenti da un nodo/zona relitta all’altra, risultando importanti per la dispersione di numerosi organismi, per permettere l’accesso a zone di foraggiamento altrimenti irraggiungibili e per aumentare il valore estetico del paesaggio. La loro funzionalità varia a seconda delle zone e dipende dalle specie che si considerano.
Una categoria di elementi concettualmente legati ai corridoi è data dalle cosiddette “stepping stones”. Si tratta di aree naturali di varia dimensione geograficamente collocate in modo tale da costituire punti di appoggio per trasferimenti di organismi tra grandi bacini di naturalità (nodi) quando non esistano corridoi naturali continui. Unità con tali caratteristiche possono, se organizzate spazialmente in modo opportuno, vicariare entro certi limiti un corridoio continuo in nodi (aree naturali o semi-naturali relitte con il ruolo di “serbatoi di biodiversità”) e corridoi ecologici (elementi lineari naturali o semi-naturali che permettono un collegamento fisico tra gli habitat dei nodi).
Nodi e corridoi sono costituiti da:
- zone umide
- aree boscate
- corsi d’acqua naturali e artificiali
- prati, pascoli e incolti
- siepi e filari

reti ecologiche

Una rete ecologica può essere pensata e costruita a diverse scale, che vanno dalla nazione, alla regione fino al singolo podere, e quindi con diversi livelli di dettaglio. Ogni livello si approfondisce e si specifica in quello inferiore e si integra e si fonde in quello superiore, creando un sistema articolato secondo maglie di diverso ordine.
Una rete ecologica risponde alle seguenti finalità:
- favorire, almeno in prospettiva, il consolidamento e il potenziamento di adeguati livelli di biodiversità a livello d’area vasta, sia vegetazionale che faunistica;
- assicurare che i nuovi ecomosaici abbiano una sufficiente funzionalità ecologica, che si può tradurre in bassi sforzi per il loro mantenimento e in una elevata resilienza (capacità di reagire ed adattarsi) nei confronti degli impatti esterni;
- garantire che gli interventi di riqualificazione o creazione di nuove unità ambientali assicurino, se possibile, una polivalenza di funzioni (ecosistemica, fruitiva, venatoria, produttiva, di riqualificazione paesistica, ecc.).
In termini generali si può affermare che la costruzione di una rete ecologica passa attraverso:
1) la definizione della struttura ecologica di partenza (ovvero lo stato di fatto) alla scala territoriale di riferimento (locale, d’area vasta, regionale, continentale);
2) la definizione dello scenario ecologico di riferimento ideale o comunque quello di riferimento finale;
3) l’individuazione delle diverse tipologie di fattori sui quali si inserirà la rete o dei quali la rete dovrà tener conto (compresa in ogni caso l’ampia categoria dei condizionamenti locali, di tipo sia ecologico sia politico-amministrativo).

Cartografia indicante la distribuzione reale degli habitat oggetto di interventi e la localizzazione delle minacce e delle aree d’intervento

riale in inverno

Monitoraggio degli habitat di nardeto/pascolo, praterie da fieno, torbiera e lande alpine, di Pernice bianca, di Fagiano di monte e di Erebia dei ghiacciai.
I principali indicatori saranno rappresentati da:
- mantenimento o incremento della superficie a nardeto, praterie da sfalcio, torbiere (in particolare torbiere alte attive) e lande alpine in buon stato di conservazione, attraverso realizzazione di una rete di transetti di osservazione con rilevamenti floristici e fitosociologici in stazioni significative e in particolare in tutte le stazioni oggetto di intervento migliorativo;
- mantenimento o incremento delle popolazioni di Pernice bianca e di Fagiano di monte;
- mantenimento o incremento della popolazione di Erebia dei ghiacciai;
- monitoraggio del flusso di visitatori al fine di evidenziarne la distribuzione spaziale e stagionale.

Ultimo aggiornamento: 18/04/2018 ore 16:02:08

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