E’ il risultato di una lunga e complessa ricerca condotta dai ricercatori dell’ISE – CNR di Verbania sulle variazioni nel chimismo delle deposizioni atmosferiche nell'areale del Lago Maggiore. Una parte di questi dati sono stati raccolti dal personale delle Aree Protette dell’Ossola in molti anni di collaborazione proficua per la ricerca scientifica. I risultati sono contenuti in un articolo recentemente pubblicato dalla rivista “Atmospheric Environment” (www.elsevier.com/locate/atmosenv)  dal titolo "Temporal and spatial patterns in the chemistry of wet deposition in Southern Alps” (M. Rogora, L. Colombo, A. Marchetto, R. Mosello, S. Steingruber).

Gli studi a lungo termine sulla chimica delle deposizioni atmosferiche nell’areale del Lago Maggiore hanno evidenziato una diminuzione nell’acidità e nel contenuto di solfati delle piogge in un periodo di circa 30 anni, grazie alla riduzione delle emissioni di anidride solforosa.

Anche le deposizioni dei composti dell’azoto, dovute soprattutto alle emissioni in Pianura Padana di ammoniaca ed ossidi di azoto, sono recentemente diminuite; rimangono però ancora elevate (superiori a 10 kg N ha-1 a-1), anche nelle stazioni in quota come quella dell’Alpe Devero”. Scrivono i ricercatori di Verbania. “Ulteriori riduzioni nelle emissioni di azoto saranno necessarie nei prossimi decenni per limitare gli effetti negativi di un apporto eccessivo di azoto agli ecosistemi terrestri ed acquatici, che da una parte possono stimolare la crescita degli alberi ma allo stesso tempo possono alterarne lo stato nutrizionale. Inoltre la deposizione di azoto può ridurre la biodiversità della flora, favorendo le specie nitrofile a scapito di altre”.

E’ una delicata situazione in via di evoluzione che anche gli uffici tecnici delle Aree Protette dell’Ossola terranno sempre in evidenza per i problemi gestionali che comporta. “Fondamentale per un parco naturale è la collaborazione con un istituto scientifico come l’ISE – CNR di Pallanza la cui ricerca è base di ogni politica di gestione degli ambienti naturali.” Dice Paolo Crosa Lenz, presidente dei parchi dell’Ossola. “Compito primo di un Parco è la tutela della biodiversità e questo può avvenire solo coniugando ricerca scientifica e sviluppo sostenibile.”

L’articolo è visionabile al link:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1352231016304587
 
Varzo, 8 novembre 2016

 

Ultimo aggiornamento: 14/02/2018 ore 13:08:57

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