Scuola Media di Crodo, Classe 2^ B

L'ATTIVITA' DI COLTIVAZIONE DELLE CAVE

LE ROCCE PRESENTI NEL TERRITORIO

All’interno del territorio del Verbano-Cusio-Ossola si estraggono sia rocce magmatiche (derivate dalla solidificazione del magma) come i graniti dei laghi, sia rocce metamorfiche (derivate dalla trasformazione di altre rocce) come i marmi o le beole e i serizzi ossolani. I serizzi e le beole sono ortogneiss e derivano dalla trasformazione di rocce magmatiche (graniti), mentre i marmi derivano da rocce sedimentarie (originate dall’accumulo di sedimenti di vario genere). I pregi dei materiali estratti in Ossola riguardano, oltre alla bellezza estetica, le caratteristiche fisico-meccaniche. Essi sono particolarmente resistenti all’invecchiamento e a tutti i tipi di sollecitazioni quali usura e gelo.

- I serizzi vengono impiegati principalmente per gli esterni (pavimentazioni, cordoli, arredi urbani, copertura tetti, scale, davanzali, arte funeraria ...) con le lavorazioni a finiture rustiche come la bocciardatura e la fiammatura. In ogni caso trovano campi di applicazione anche per gli interni con le finiture anticate, lucide e levigate.
Varietà: Serizzo Antigorio (scuro), Serizzo Formazza (chiaro), Serizzo Sempione (granitello). 

- La beola, oltre che per gli impieghi esterni come i serizzi, con particolare pregio nella lavorazione a spacco, viene spesso utilizzata per le pavimentazioni interne, per i piani di cucina e per i top bagni. 

- I marmi trovano il massimo splendore negli interni con le lavorazioni lucide e anticate e vengono utilizzati per le sculture e nell’arte funeraria.

COME SI INIZIA UN’ATTIVITA’ DI CAVA

cavaL’individuazione di una zona adatta all’attività estrattiva viene fatta sulla base di analisi geologiche e giacimentologiche, di sondaggi realizzati tramite trivellazioni e dell’esperienza del cavatore stesso.
Prima di iniziare la coltivazione è necessario che vengano verificate una serie di condizioni riguardanti il rispetto dell’ambiente e della sicurezza degli operatori che dovranno lavorare all’interno dell’area di cava e il rispetto di tutte le altre norme giuridiche.
I geologi progettano le varie fasi di coltivazione prendendo in considerazione gli elementi strutturali della roccia (piani di scistosità, fratture, pieghe...) in modo da facilitare il compito a chi lavora e al fine di sfruttare al meglio le potenzialità della cava, curando sempre che sia garantita la massima sicurezza dei lavoratori e delle persone che eventualmente abitano o transitano nelle vicinanze della cava.

COME SI ESTRAE LA PIETRA

L’estrazione del materiale roccioso avviene mediante l’uso, talora congiunto della tagliatrice a filo diamantato o dell’esplosivo. Nel caso di serizzi o beole, per i tagli di grosse porzioni di roccia dal giacimento (dette bancate) si sfruttano il piano di orientazione dei minerali presenti nella roccia (piano di pioda) ed i piani perpendicolari ad esso (piano di trincante lungo e di trincante corto). Il taglio mediante l’uso di esplosivo avviene realizzando nella roccia una serie di fori ravvicinati, profondi dai 5 ai 10 metri, per mezzo di speciali martelli pneumatici che forano con punte di acciaio chiamate fioretti.
I fori vengono poi riempiti o caricati con la miccia detonante ovvero una sorta di corda molto flessibile contenente al suo interno dell’esplosivo. La miccia detonante, collegata ai detonatori, viene fatta brillare e l’esplosione provoca il distacco della bancata. Di solito nei fori orizzontali viene inserita anche polvere nera in modo da aumentare l’effetto esplosivo e determinare il ribaltamento della bancata sul piazzale di cava. Su quest’ultimo precedentemente viene steso un “letto” di materiale detritico-terroso allo scopo di attutire l’impatto con il suolo ed evitare la rottura della bancata.
Il taglio con il filo diamantato sfrutta le proprietà abrasive del diamante. Un cavo di acciaio, sul quale sono attaccati (sinterizzati) piccoli diamanti artificiali, viene fatto scorrere velocemente attorno alla roccia. Agendo come una sega la abrade determinandone il taglio. L’utilizzo del filo diamantato non produce le vibrazioni e sollecitazioni che si hanno con le esplosioni, così non si verificano fratture indesiderate. Inoltre si evita il rumore della deflagrazione.

FIGURE PROFESSIONALI 

Geologo, ingegnere, geometra – progettazione fasi di coltivazione
Agronomo – progettazione recupero ambientale del sito di cava e dell’eventuale discarica
Direttore dei lavori – verifica sul campo che i lavori seguano le indicazioni tecniche del progetto
Responsabile della sicurezza e salute dei lavoratori – controlla che vengano rispettate le norme di sicurezza
Capocava – organizzazione del lavoro nella cava
Fuochino – maneggia l’esplosivo, carica i fori e provoca il brillamento della volata
Perforatore – si occupa della realizzazione dei fori o della gestione dell’impianto per il taglio con filo diamantato
Escavatorista – ha il ruolo di spostare i blocchi di pietra o di effettuare le operazioni di movimento terra.
Specialista in primo soccorso – conosce le tecniche di primo soccorso da utilizzare in caso di incidente in cava; in genere tutti gli operatori che lavorano nel giacimento sono in grado di apportare cure di primo soccorso.
Squadra antincendio – è formata da parte del personale già operante in cava ed ha il compito di intervenire nel caso che durante le attività estrattive si verifichino incendi

TERMINE DELL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA E RECUPERO AMBIENTALE

L’attività estrattiva termina quando il giacimento è esaurito o quando non è più economico sfruttarlo. Allora iniziano i lavori di recupero ambientale seguendo il progetto già previsto prima dell’inizio dell’escavazione secondo gli obblighi di legge. Il recupero viene effettuato anche mediante la piantumazione e la semina di specie arboree e arbustive compatibili con quelle presenti nel territorio della cava.

CAMBIAMENTO DEL LAVORO DAL PASSATO AL PRESENTE

L’introduzione di mezzi meccanici come gli escavatori, le pale gommate, i derrik (grosse gru), il filo diamantato e i perforatori di ultima generazione, ha notevolmente contribuito a facilitare e sveltire il lavoro in cava. Le rigorose norme di sicurezza che si osservano in cava permettono, rispetto al passato, un notevole abbassamento del rischio di incidente. Le attuali tecniche di perforazione con aspirazione delle polveri consentono una miglior salubrità dell’ambiente di lavoro.
Le moderne tecnologie di abbattimento del materiale, mediante un uso più ridotto e mirato dell’esplosivo, permettono un miglior controllo delle detonazioni, non generano fratture indesiderate e consentono una riquadratura quasi perfetta della pietra direttamente dal fronte di cava stesso. 
Anticamente, nelle valli Ossolane, venivano cavati i trovanti (o massi erratici), che sono blocchi di roccia di notevoli dimensioni trasportati sul fondovalle dall’azione degli antichi ghiacciai. Inoltre le cave nascevano nelle vicinanze dei centri abitati in quanto fornivano il materiale principale per la costruzione di abitazioni e di altri manufatti.
Grazie ai potenti mezzi di trasporto, le cave attuali sono distanti dai centri abitati anche diversi chilometri e il loro accesso talora è consentito tramite lunghe gallerie in roccia. Ai nostri giorni i cavatori e le associazioni di categoria hanno dimostrato sensibilità anche nei confronti delle problematiche ambientali. Diversamente dal passato, oggi, anche in ottemperanza della legge sulle cave (L.R. 69/1978), si effettuano importanti operazioni di ripristino dei siti di cava, con notevoli impegni economici da parte dei proprietari.
Andando indietro nel tempo le tracce di antiche operazioni di estrazioni di rocce sono più evidenti. Si riconoscono pareti subverticali, lisce e talora di un colore più chiaro rispetto alle rocce circostanti. Ai piedi delle pareti si osservano importanti accumuli detritici che costituiscono il materiale di scarto. Talora nascoste dal bosco, che gradualmente ha ripreso possesso dei terreni, si intravedono antiche “vie di lizza” ovvero strade di elevata pendenza costruite in sasso, che permettevano il trasporto di materiale estratto verso valle o verso i luoghi di lavorazione.

Fonti: Ditta Moro Serizzi - Crodo

Ultimo aggiornamento: 01/07/2018 ore 13:16:43

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